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Stefano Sani, l’intervista al cantante

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Stefano Sani, l’intervista al cantante

Stefano Sani si piazza settimo a Ora o mai più (Rai 1)

Stefano Sani tra i concorrenti di Ora o mai più, il talent andato in onda su Rai 1.

Sani ha partecipato due volte al Festival di Sanremo. La prima nel 1982 con Lisa, un brano scritto e prodotto da Zucchero. Fu la rivelazione di quel Festival… L’anno seguente, invece, con il brano Complimenti si piazza al settimo posto generale (quarto tra i “Big”). Il singolo, pur non bissando il successo di Lisa, rimane in classifica per circa 4 mesi.

 

Ora o mai più: che bilancio tracci di questa esperienza?

Un bilancio molto positivo. Direi positivissimo. Innanzi tutto sono ritornato a cantare in televisione e, per di più, in un programma di grande successo, ben strutturato e nuovo. A ‘Ora o mai più’ si canta molto e per chi come me ama cantare è una bella cosa. Inoltre ho come Professoressa (Coach) una meravigliosa cantante con una voce straordinaria che ha nel suo repertorio canzoni da ‘cavallo di razza’. Una gioia – e non uso questo sostantivo a caso – per me che travalica anche i risultati della trasmissione. Non potevo chiedere di meglio sia sotto il profilo professione sia su quello umano. Già il fatto che Marcella mi appelli come ‘suo’ pupillo mi esalta (ride!). Ho le mie pagine web piene di messaggi di approvazione (qualcuno anche critico ma sono tutti costruttivi),  la gente mi riconosce per strada (non mi capitava da oltre 15 anni). Insomma è tutto in salita, sempre però con i piedi ben piantati in terra e la consapevolezza che tutto può di nuovo cambiare in pochissimo tempo.

 

Perché, in ambito musicale, si corre il rischio di scomparire? 

Perché siamo soggetti alle mode e alle tendenze che inevitabilmente si radicano nella nostra società. Questo è sempre successo in ambito artistico. Un tempo tutto era più rallentato. Oggi si nasce con la velocità della luce e si scompare con la medesima velocità. Inoltre aggiungo – per la mia esperienza – scelte sbagliate, collaboratori che non erano tali, e poi molto di ignoto, indefinito, imponderabile. Se avessimo la ricetta in tasca per fare successo tutti saremo/sarebbero sempre al loro zenit. Ma, l’esperienza ci insegna che non è così. Quindi la ricetta che vorrò mettere in pratica da ora in avanti è crederci e lavorare molto; studiare, studiare tanto e cercare con grande onestà di migliorarsi sempre, essendo sempre se stessi. Quando cerchi di essere altro da te, il pubblico, che è il nostro giudice sovrano, se ne accorge e non ti premia. Quindi: lavoro, lavoro, lavoro, impegno, serietà e coerenza.

 

Quanto è difficile riemergere? 

Direi molto difficile. Se non impossibile. Ma, come vedi, le occasioni possono essere dietro l’angolo e le devi saper prendere al volo. Almeno l’occasione! Poi, se non succederà niente, non dovremmo farcene una colpa; ci abbiamo provato con serietà e massima dedizione. Dopo tanti anni che non apparivo più alla grande platea televisiva non è stato assolutamente facile rimettersi in gioco. Ma la voglia di cantare era così forte che mi ha fatto dimenticare anche i possibili rischi che avrei corso. Ripeto: sono un privilegiato per aver avuto la fortuna di essere abbinato con Marcella ed anche un privilegiato per avuto questa occasione.

 

Quante aspettative hai riposto su questo programma?

Non ho riposto aspettative. Ciò che mi sono imposto da subito è stata la voglia di godermi tutto quello che mi fosse capitato senza fare progetti.  Volevo vivermi questa occasione al massimo: cantare, duettare, respirare il profumo dello studio televisivo, esibirmi accompagnato dall’orchestra di De Amicis, rivedere qualche collega che non vedevo da vent’anni, conoscerne di nuovi e poi…sorridere alla vita che mi stava facendo questo regalo. Se potrò fare concerti, dopo la trasmissione, ne sarò contento, portando in giro anche il  mio inedito, ” Liberi di vivere”, che ho cantato nella serata finale. Mi auguro di incontrate live tutte le persone che mi dimostrano stima e vicinanza. Io comunque ho già vinto la mia partita e ne sono fiero.

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