Inaugurata a Monopoli (Bari) la mostra fotografica “Pupi Avati. Parenti, amici e altri estranei”.
Realizzata in collaborazione con la Cineteca di Bologna e dedicata ai cinquant’anni di cinema del regista.
L’esposizione, che ripercorre la storia di uno dei più interessanti, poliedrici e prolifici autori del cinema italiano.
Resterà a disposizione del pubblico fino al 30 marzo 2019, giornata conclusiva del Sudestival.
“Bisogna abituarci a fare sogni grandi, mai limitarsi a sogni piccoli. Oggi la consuetudine è di sognare in piccolo, sognare attraverso la ragione che induce a fare sogni modesti, possibili. Bisogna sognare l’impossibile, l’improbabile.
Guardandomi intorno, mi sono detto “Chi ha fatto tutte queste cose?” Ero un io, avevo stesso cognome e codice fiscale che ha immaginato di poter fare queste cose qua. Ma sto immaginando di farne altre: non illudetevi che mi sia limitato a questo”.
Cosa sogna di realizzare ancora?
“Quando ho computi 80 anni ho fatto un elenco di cose che devo fare. Mi sono regalato un futuro sconfinato. Non mi toglierò di torno troppo presto, sono troppe le storie che voglio ancora raccontare, su tutte quella di Dante Alighieri”.

Pupi Avati con Michele Suma, direttore del Sudestival (Foto Life in frames)
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