Compositore, produttore musicale e autore di colonne sonore da brivido per il cinema e la tv, Lele Marchitelli è uno dei nomi di maggior spicco della musica italiana.
Protagonista della tv degli anni ’90, soprattutto di programmi cult come “Avanzi”, “Pippo Chennedy Show”, “L’Ottavo nano”, dove ospitò per la prima volta nella tv italiana i Nirvana ed Elvis Costello, Marchitelli si dedica poi al cinema firmando le colonne sonore di capolavori come “La grande bellezza”. Prima di lavorare con Sorrentino ha collaborato con tanti registi, tra cui Riccardo Milani (“Piano solo”) e Carlo Verdone (“Sono pazzo di Iris Blond” e “Ma che colpa abbiamo noi”).
E quando gli chiediamo del ruolo della musica nei film ci tiene a precisare: «è dal regista che parte tutto, la colonna sonora nasce dalla sua idea, solo lui sa cosa vuol comunicare con quel film. Io cerco di tradurre aggettivi, frasi e obiettivi con la speranza di dire qualcosa in più con la musica”.
Come è iniziato il suo viaggio professionale?
Ho cominciato facendo molta pubblicità negli anni 80, poi è arrivata la televisione con la Tv delle ragazze, tre stagioni di Avanzi, Tunnel, Pippo Chennedy e l’Ottavo Nano. Contestualmente ho cominciato a fare cinema lavorando al primo film di Giuseppe Piccioni e di Domenico Procacci; ci diverte ricordarlo quando ci incontriamo. Una carriera che intreccia cinema e tv, film d’autore e satira, sperimentazione e attenzione al panorama “off” della musica italiana che grazie a lei ha trovato spazio in tv presentandosi al grande pubblico. È il caso degli Alma Megretta, 99 Posse, Sud Sound System.
Oggi quali sono, oltre ai Reality, le vetrine per far emergere i talenti?
Con Avanzi avevo uno spazio dove in ogni puntata invitavamo i musicisti contemporanei più interessanti dandogli una grandissima visibilità, ospiti italiani e non, gruppi indipendenti.. Credo che suonare nei locali sia la vera gavetta. Ce ne sono tanti sconosciuti ai più e ritengo sia quello che funzioni perché gli “addetti ai lavori” girano ancora nei club. E poi c’è soprattutto il web, catalizzatore di visibilità, che in pochi minuti può farti conoscere in tutto il mondo.
Come nasce una colonna sonora? E’ questione di ispirazione?
No, l’ispirazione non esiste. Esiste il lavoro. Ti metti lì e scrivi musica, pensando, cestinando e ricominciando daccapo. Ovviamente dopo aver parlato con il regista, colto l’obiettivo e la visione che ha del film e che solo lui conosce.
Prossimi progetti professionali?
Ho appena finito il documentario “#AnneFrank. Vite parallele”, un evento cinematografico prodotto da 3D Produzioni e NexoDigital che uscirà nelle sale a novembre e poi girerà sulle piattaforme di tutto il mondo. Mia la colonna sonora, del premio Oscar Helen Mirren il volto e la voce narrante. Sempre in autunno, la nuova serie firmata da Sorrentino, “The New Pope”.
Parliamo di musica italiana e giovani artisti. Mi faccia qualche nome. Chi le piace? Chi farà strada?
Motta, mi piace lui, persona intelligente, e mi piace la sua musica. E Mahmood, che a Sanremo era l’unico con un progetto musicale sicuramente interessante.
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