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Nek a Sanremo 2019

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Mi farò trovare pronto è il titolo del brano di Nek in gara al 69° Festival di Sanremo.

Ha parlato della canzone, del suo modo di fare musica ma anche della canzone di Renga con il quale ha condiviso un tour insieme anche a Max Pezzali.

Ecco le sue dichiarazioni dopo il debutto sul palco dell’Ariston: trovate il video anche sulla nostra pagina Facebook.

 

Mi farò trovare pronto – il testo della canzone

Mi farò trovare pronto
A certi strani mutamenti
Con la guardia sempre alta
Anche con i sentimenti… anche con i sentimenti
Sono pronto sono pronto
A non esser pronto mai
Per essere all’altezza dell’amore
Sono pronto sono pronto
Come non ho fatto mai
Per essere all’altezza dell’amore

Mi farò trovare pronto
All’impatto col tuo nome
La tua firma sulla pelle
È la mia rivoluzione

Mi farò trovare pronto
Ad ogni regola che inverti
Ogni legge, ogni principio non saranno più gli stessi
Con la guardia sempre alta
Anche con i sentimenti… anche con i sentimenti
Libri di milioni di parole
Ce ne fosse almeno una
Per essere all’altezza dell’amore
Frasi di chissà quale canzone
Ne venisse adesso una
Per essere all’altezza dell’amore

Sono pronto sono pronto
A non esser pronto mai
Per essere all’altezza dell’amore
Sono pronto sono pronto
Come non ho fatto mai
Come non ho fatto mai… mai
Scene del più grande film d’autore
Non c’è trama né copione
Per essere all’altezza dell’amore
Libri di milioni di parole
Ce ne fosse almeno una
Per essere all’altezza dell’amore
Frasi di chissà quale canzone
Ne venisse adesso una
Per essere all’altezza dell’amore

Mi farò trovare pronto
Con l’amore in mezzo ai denti
Con la guardia sempre alta
Anche con i sentimenti… anche con i sentimenti
Sono pronto sono pronto
A non esser pronto mai
Per essere all’altezza dell’amore
Sono pronto sono pronto
Come non ho fatto mai
Come non ho fatto mai… mai

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Enrico Nigiotti a Sanremo 2019

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Enrico Nigiotti a Sanremo 2019 con la canzone “Nonno Hollywood”.

Una canzone dedicata al nonno scomparso, capace di emozionare grazie al suo testo profondo.

Guarda la video intervista completa sulla nostra pagina Facebook.

 

Nonno Hollywood – il testo

Certe cose fanno male

Mica le puoi trattenere

Non c’è modo di cambiare quello che non ti va bene

Dicono che con il tempo tutto quanto passa

Ma quand’è che passa?

Perché non mi passa…

E ricordo proprio adesso

Ogni volta che ridevi

Ogni volta che per strada ti fermavi e litigavi

Con la gente che agli incroci ti suonava il clacson

 

Nonno mi hai lasciato dentro ad un mondo a pile

Centri commerciali al posto del cortile

Una generazione con nuovi discorsi

Si parla più l’inglese che i dialetti nostri

Mi mancano i tuoi fischi mentre stai a pisciare

Mi manca la Livorno che sai raccontare

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò

Non dormirò, non dormirò

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò

Non dormirò e non lo so

 

Quanto è bella la campagna

E quanto è bello bere vino

Quante donne abbiam guardato

Abbassando il finestrino

La ricchezza sta nel semplice, semplice…

Nel semplice sorridere in un giorno

Che non vale niente

Sembra un po’ il secondo tempo

Di una finale da scordare

Come un taxi alla stazione

Che non riesci a prenotare

Siamo ostaggi di una rete che non prende pesci

Ma prende noi
Nonno sogno sempre prima di dormire

Cerco di trovare un modo per capire

Corriamo tra i sorrisi dei colletti giusti

Ma se cadiamo a terra poi son cazzi nostri

La vita adesso è un ponte che ci può crollare

La vita è un nuovo idolo da scaricare

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò

Non dormirò, non dormirò

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò

Non lo so

 

E quindi

Mi tengo stretto addosso i tuoi consigli

Perché lo sai che qua non è mai facile

Per chi fa muso contro, ancora

E quindi

Per ogni volta che vorrò sentirti

Chiuderò gli occhi su questa realtà

 

Nonno mi hai lasciato dentro ad un mondo a pile

Una generazione che non so sentire

Ma in fondo siamo storie con mille dettagli

Fragili e bellissimi tra i nostri sbagli

 

Mi mancano i tuoi fischi mentre stai a pisciare

Mi manca la Livorno che sai raccontare

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò

Non dormirò, non dormirò

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò

Non dormirò, non dormirò

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò

Non dormirò e non lo so

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Gianluca Mech a Casa Sanremo

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A Casa Sanremo abbiamo incontrato Gianluca Mech, imprenditore di successo.

Non solo Sanremo, ma anche tv, cinema e temi dedicati alla salute ed al benessere.

Mech è da sempre appassionato allo studio e approfondimento di questi temi. Durante l’intervista ha dispensato alcuni consigli utili…

Guarda la video intervista sulla nostra pagina Facebook.

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Anna Tatangelo: il nuovo album 2019 “La fortuna sia con me”

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Anna Tatangelo: il nuovo album 2019 si intitola “La fortuna sia con me”.

Il settimo della sua carriera, uscito su etichetta GGD srl (distribuzione Sony Music) l’8 febbraio. Al suo interno undici brani, tra cui il singolo portato in gara al Festival di Sanremo, Le nostre anime di notte. E poi un “remake” di Ragazza di periferia (feat. Achille Lauro & Boss Doms).

La video intervista

La fortuna sia con me è il titolo del tuo nuovo album, una sorta buon auspicio.

Assolutamente: un buon augurio visto che questo disco che esce dopo quattro anni. Sono felice perché ho racchiuso ogni piccola cosa che volevo fare in questo disco. Ed è ovvio che l’augurio è sempre positivo.

Undici tracce, tante collaborazioni, sperimentazione, e l’amore raccontato sotto vari punti di vista…

Si, l’amore ha varie facce e stati d’animo ed è stato bello raccchiuderle in un solo disco. E’ stata una bella scoperta, è avvenuto tutto in maniera naturale con gli autori. E’ stato bello inserire in questo disco una canzone che mi ha cambiato tanto, Ragazza di periferia, ricantata con Achille Lauro.

Dopo Sanremo, instore tour, toccherà ai concerti… E avrai un accompagnatore speciale…

Quello sempre, nel senso che quando non c’è scuola verrà mio figlio. Ci prepariamo a questo tour di sei concerti evento nelle città più importanti, tra cui la data pugliese del 5 aprile a Conversano. Se volete venire, i biglietti sono disponibili su ticket on, mentre sui miei social potrete scoprire le date. E poi ci sarà il tour estivo.

 

La tracklist del disco

Chiedere scusa (Matteo Buzzanca)
Ragazza di periferia
2.0 (Boss Doms)
La fortuna sia con me (Giuseppe Anastasi)
Tutto ciò che serve (Rory di Benedetto, Rosario Canale)
Le nostre anime di notte (Lorenzo Vizzini)
Perdonare (Carlo Verrienti, Nicolò Verrienti)
La vita che vive (Federica Camba, Daniele Coro)
Astronauti (Giovanni Caccamo)
L’attesa (Giovanni Caccamo)
La condanna e la felicità (Eugenio Darie, Enrico “Penta” Bulla, Giulio Filotto)
Amami
domani (Giovanni Caccamo, Placido Salamone)

Il tour 2019 di Anna Tatangelo

2 aprile Roma – Largo Venue
4 aprile Napoli – Common Ground
5 aprile Conversano (BA) – Casa delle Arti
10 aprile Milano – Tunnel Club
11 aprile Torino – Hiroshima Mon Amour
12 aprile Roncade (TV) – New Age

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Ghali presenta il nuovo singolo I Love You. Testo e significato

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Ghali torna con il singolo I Love Youin uscita il 15 marzo.

Il significato della canzone

Nel nuovo singolo sono le persone al centro dell’attenzione.È un racconto che va oltre il brano, il testo e il suono: è un racconto che si fa reale e sociale, tramutando in azioni concrete le parole della canzone.

I Love You nasce dalla consapevolezza che per iniziare a cambiare le cose occorre partire dall’individuo e dalla sua realtà.

Si parte dal presupposto che “c’è un essere umano sia sotto la divisa che sotto il passamontagna”.

Ghali racconta, attingendo dalla sua storia personale, che si può e si deve imparare ad amare non solo famigliari e amici, ma anche coloro che ci appaiono come estranei.

L’amore e la speranza conferiscono autentiche occasioni per cambiare e migliore indipendentemente dai luoghi e dalle circostanze.

Questo concetto è espresso sia nella copertina del singolo dove si intravede la figura dell’artista in prigione con una palla stroboscopica legata al piede, sia nelle attività social che Ghali sta mostrando in questi giorni esprimendo, con attenta sensibilità, il suo desiderio di dare valore sociale alle parole del brano  e di stare vicino al prossimo.

Ghali ha, infatti, scelto di associare questo progetto alla Casa Circondariale di San Vittore di Milano sia perché legata alle esperienze personali che lo hanno coinvolto e che hanno contribuito alla sua crescita personale e alla maturazione di un messaggio positivo, sia perché ha interagito con i detenuti più giovani cercando di dare voce e speranza a chi sta vivendo un periodo di riflessione profonda ma vuole una nuova opportunità.

 

Di I Love You, Ghali dice:

“Cara Italia è stata una lettera d’amore al mio paese. L’intento era quello di scuotere qualcosa nell’animo di chi spesso decide le nostre sorti, di fare arrivare a loro il nostro messaggio tramite una canzone d’amore, l’inno italiano della nuova generazione. A un anno dall’uscita nulla è cambiato e ho deciso di dedicare un’altra canzone d’amore a chi mi sta affianco, alla prima persona che potrebbe cambiare le cose, al primo futuro quindi a un amico, un fratello o una sorella. Perché forse bisogna guardarsi a fianco prima di cercare di cambiare la testa di chi tra di noi non vuole mai scendere a giocare. Non ho ancora perso le speranze”.

Il testo della canzone

io lo so che tu sei sbatti forever
ma tutto andrà di bene fidati my friend yeah
e se Dio non c’è 7 giorni su seven
vedrai che verrà con noi questo weekend
woooo0

e vengo in discoteca come gli Alcazar
sboccio ma non bevo sono in Ramadan ho 40 ladroni come Ali babà
non finiamo in rehab ma finiamo il kebab
c’è chi canta insieme una sirena
c’è chi balla dentro a una galera

dove è sempre mezzanotte
tu lo sai che il mio brother
vorrei dirti tante cose

urlo forte

I love you
I love you
I love you
I love you
I love you
I love you
I love you

ti voglio bene vorrei
volerti bene
i love you te quiero (أحبك) je t’aime
si muore da soli si vive together (gang gang gang)
e a che serve il sangue la guerra è da me

yeah yeah yeah

ti sento come se non ci fossero muri

ti sento come se non avessi più dubbi

ti mando un pezzo premi replay metti le cuffie fuggi
sto arrivando da te Ghali libera tutti
l’amore amo mai l’amore amo mai anche se fai pon pon

l’effetto che fai, l’effetto che fai mi manda nel vuoto

dove è sempre mezzanotte
tu lo sai che sei il mio brother
vorrei dirti tante cose urlo forte

I love you
I love you
I love you
I love you
I love you
I love you

ho qualcosa da farti sentire connettimi al bluetooth
e c’ho un mare di problemi dai vieni a fartici un tuffo
sto ballando da ieri soltanto per chiedere aiuto agli ufo
aiuto

I love you
I love you
I love you
I love you
I love you
I love you

 

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Andrea Di Maria tra i protagonisti di Gomorra 4

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Andrea Di Maria tra i protagonisti di Gomorra 4. Lifestyleblog.it ha incontrato l’attore.

Cresce l’attesa per Gomorra 4: cosa puoi svelarci riguardo la nuova serie?

Allora muoiono Peppe ‘o troglodita, Giovanni ‘o sciupafemmene e Ciccio Formaggio (ride n.d.r.). Ovviamente, non posso svelarvi assolutamente niente altrimenti mi vengono a prendere a casa. Peró, posso dire che sarà una serie, la quarta, piena di colpi di scena. Inizia in maniera sospesa, galleggiando, quindi bisogna cercare un equilibrio su un asse di potere che va ben oltre Napoli. Entreranno in gioco nuove famiglie, nuovi boss e ci saranno degli assetti che faranno fatica a realizzarsi.

Interpreti Elia Capaccio detto ‘O Diplomato. Cosa farà il tuo personaggio in questa nuova edizione?

Il mio personaggio chiude la terza stagione ammazzando, insieme al fratello ‘o Crezy (Carlo Caracciolo) ‘o stregone, colui che gestiva e dominava in maniera pacifica rispetto al controllo del centro storico di Napoli. Per cui, come già evidente nel trailer, vi è un ruolo centrale nelle dinamiche narrative della 4 serie per i fratelli Capaccio pronti a prendere il posto del vecchio boss. Il potere, però, chiama potere e la sete di espansione è troppo grande. Da qui, tanti risvolti che vedrete solo seguendo la serie.

Andrea ha qualche similitudine con ‘O Diplomato?

‘O naso sicuramente è lo stesso. Poi mi ritrovo nel suo modo di stare in silenzio in mezzo a tutto quel caos, il modo di razionalizzare in un contesto in cui l’istinto e la ferocia sono alla base. Riconosco il suo essere guardingo, osservatore, di aspettare il proprio momento.

Oltre Gomorra, hai lavorato anche con altri personaggi del calibro di Laura Morante e Vincenzo Salemme. C’è un ruolo che vorresti ricoprire e un artista con cui vorresti lavorare?

Ho lavorato con tanti attori importanti, Salemme, Morante, anche Sergio Castellitto, Claudio Amendola, Claudio Santamaria, Stefano Accorsi, Luca Marinelli, Rocco Papaleo e da ciascuno ho cercato di rubare gli istanti che precedono un ciak, che io ritengo fondamentali. Se potessi scegliere mi piacerebbe ed anche divertirebbe lavorare con Valerio Mastandrea. Apprezzo molto il suo modo essere spontaneo e la sua capacità di raccontare le storie come se stessero accadendo in quel preciso momento. Poi trovo molto interessante ed estremamente commovente la sua malinconia. Quando lavoro solito non penso mai ai personaggi che vorrei interpretare, mi faccio sempre sorprendere. Anche perché, se lo scegli tu il regalo, che sfizio c’è? Oggi, dovendo pensare ad un personaggio nuovo, diverso da quelli già portati al cinema, mi piacerebbe interpretare un cantante.

Non solo tv, anche web con la serie Casa Surace. Puoi raccontarci qualche aneddoto a riguardo?

Casa Surace è nata come casa, si è sviluppata come condominio ed è diventata un paese, Sala Consilina, che è il mio paese di origine e, quasi tutti i video vengono girati lì. È un paese set, la cosa divertente è che ogni cittadino diventa parte integrante della troupe mettendo a disposizione le proprie conoscenze: dal macellaio al fruttivendolo, dal meccanico al vigile urbano.

Prossimi impegni professionali?

Ho appena finito di fare un trasloco, che è peggio ‘e nu film. Per ora sono molto concentrato sulla quarta stagione di Gomorra. Abbiamo lavorato tanto, con un impegno anche umano e psicologico forte. La data del 29 marzo è molto attesa e, Gomorra si preannuncia come un’esperienza esplosiva. Oltre questo, ho tanti altri progetti in cantiere, come direbbe mio nonno…Mi piace mescolare qualsiasi tipo di linguaggio, contaminarlo, frullarlo e servirlo al mezzo che più mi si addice in un determinato momento della mia vita, che sia teatro cinema o web. Non posso svelarvi troppe cose, perchè sono un tipo riservato. Sicuramente, Life Style ed il direttore Bellini li sapranno in anteprima, ovviamente mi dovete offrire un caffè, peró!

 

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Intervista a Carlotta Rondana

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Carlotta Rondana ha il fascino delle dive dei grandi tempi. 

E proprio a quelle si ispira costruendo la sua carriera che sembra proprio avere mille sfaccettature dal teatro al cinema.

La ricordiamo diretta da Sorrentino nel film Loro, ricco di riconoscimenti all’ultima edizione dei David di Donatello, in cui veste i panni di Rita Levi Montalcini.

Ma non solo, la Rondana ha una grande passione la scrittura.

Noi di Lifestyleblog.it l’abbiamo incontrata.

 

Da dove nasce la tua passione per la recitazione?

Una domanda per niente semplice, mi fa sentire come quando da bambina qualcuno mi chiedeva  “vuoi più bene a mamma o a papà?”.

Non so dirti precisamente da dove nasce questa passione, potrei raccontarti diversi episodi che sin da piccola erano considerabili come “sintomi”, l’amore per il cinema, le battute dei film preferiti a memoria, la passione per le storie, gia dall’eta di 8 anni non sarei mai potuta andare a dormire senza conoscere la fine di un racconto o di un film, ma onestamente il momento esatto non saprei identificarla, però posso dirti che quando faccio il mio lavoro mi sento felice.

 

Quando hai realmente capito che diveniva lavoro e che obiettivi ti sei posta?

Ci insegnano che il lavoro è qualche cosa che serve per il sostentamento della realtà materiale, e chi fa un lavoro come il mio può avere il privilegio di fare del suo più grande impegno per sostenere la sua vita materiale.

Anche il suo più grande impegno per soddisfare e nutrire aspetti molto più intimi dell’animo, che nello svolgere altri lavori non trovano molto spazio.

Non ho mai  riflettuto identificando un momento in cui definire quello che faccio per vivere un lavoro, indiscutibilmente lo, sotto molti aspetti diversi.

Obiettivi, tanti, uno tra gli altri ridere più che posso, ed è un obiettivo pretenzioso, altro è riuscire a scegliere strade che facciano di ogni esperienza professionale un motivo di realizzazione e divertimento e poi, il mio obiettivo è quello di diventare una Diva, tanto, ma non solo perché voglio essere un’  attrice teatrale e cinematografica che abbia raggiunto grande notorietà, voglio avere la possibilità di rappresentare immagini belle e poterle far ascoltare e riconoscere, sia attraverso un personaggio che attraverso le mie parole.

La tappa senza cui forse non avrei avuto l’occasione di cominciarlo, è sicuramente l’incontro con una coach dell’ actors studio che quando avevo quindici anni, mi chiese se potessi essere interessata a frequentare un workshop con lei.

Dire sì a quell’incontro, è stata un’intuizione felice, un primo passo ma senza il quale non avrei provato l’emozione di stare sul palco del teatro Goldoni di Venezia, del Carcano di Milano e poi Roma, Palermo, Torino ed i loro grandi teatri.

Indimenticabili anche la prima tournée iniziata da Campobasso “dove peraltro si mangia benissimo”. Ho fatto tante esperienze bellissime grazie  al mio lavoro, mi sono trovata a vivere per un po’ nella realtà della commedia musicale e del musical, ho imparato a tirare di scherma e altre cose, ciascuna di queste mi sento di dire, è stata importante, perché mi ha dato un passo in più per avere il coraggio di osare e migliorandomi, senza far mancare una giusta dose di incoscienza, dire sì ad occasioni importanti.

Non voglio e non posso far mancare tra le esperienze professionali importanti per me, la collaborazione con Fabrizio Nardi e Nico di Renzo, del duo comico Pablo e Pedro che mi hanno scelta per essere con loro protagonista in uno spettacolo vivo tra cabaret e commedia.

 

Essere donna, attrice donna pone più limiti o apre a più scenari?

Essere donna, wow , attrice donna. Credo che essere donna di per se, sia già una meravigliosa opportunità, se non altro perché non si ha l’onere di essere maschi. Essere uomini credo sia difficile, si nasce e già si viene caricati di responsabilità e doveri, solo per natura di genere, e chiaramente non si è pronti, insomma nessuno nasce pronto.

Forse noi donne non veniamo investite dello stesso peso dalla realtà sociale, ma è importante , nel percorso, farci carico di responsabilità, una tra tutte, quella di essere femmine ed  intelligenti prima ancora di qualunque altra cosa. Perdona questa lunga premessa per cercare di rispondere alla tua domanda, ma è un quesito che mi sono posta tante volte e credo che una delle cose più belle che mi sia capitata nelle vita, sia proprio quella di essere femmina. Non credo di vivere in un mondo di uomini, tutto al maschile, per cui il fatto di non esserlo possa configurarsi come un valore o un difetto, credo però di muovermi  in una realtà in cui gli uomini hanno proposto delle norme che sono state accettate anche dalle donne. Credo che noi donne, proponendo un’immagine femminile sempre più consapevole, non cercando di essere uomini, potremmo non doverci più domandare se l’essere donna in una qualunque professione, come ad esempio l’attrice, possa o debba essere un limite o uno strumento d’accesso prioritario.

 

Sei stata nel cast di Loro di Sorrentino, cosa ricordi di quell’esperienza?

Trovarmi sul set con un regista come Paolo Sorrentino è stata un’esperienza affascinante, a priori per la possibilità di un confronto con una realtà professionale di alto livello, a posteriori perché osservare Sorrentino sul set è stato divertente ed interessante.

Scrutarlo lavorare con altri attori, dirigere e studiare le scene, guardarlo cercare diversi punti di vista spostandosi per il set  era un vero spettacolo.

É risultato ad i miei occhi un artista di grande simpatia ed ironia oltre che indiscusso talento (ma non serve che lo dica io).

Lavorando ad una scena in particolare, uno degli ultimi giorni di riprese, sarà che vestivo giocosamente i panni di Rita Levi Montalcini, o che il testo che dovevo recitare presentava eccessi divertenti, ma l’esperienza di quei giorni mi è apparsa sorridente, emozionante ed intensa. Con me porto un bel confronto umano e professionale.

 

I rumors ci anticipano l’uscita di un tuo romanzo, puoi condividere di più con noi di Lifestyleblog.it?

Sono molto felice di condividere con voi qualche cosa di questa nuova esperienza da scrittrice.

Mi viene da sorridere, ho chiamato il libro “Fogli su cui ho scritto cose” ed in seguito “manoscritto” per lunghissimo tempo e quando qualcuno della casa editrice si rivolgeva a me come “ L’autrice” mi giravo  pensando ci fosse dietro di me qualcuno, nel caso specifico un’autrice.

Diciamo che ci ho messo un po’ ad acquisire familiarità con questa bella realizzazione. Non so parlare del mio libro, Quando mi hanno chiesto in che categoria lo metterei il mio libro, ho pensato che potrebbe definirsi un romanzo di formazione per adulti, scritto da qualcuno che ha solo da imparare.

Molo23 il mio libro, racconta un universo di solitudini che si sfiorano incoscienti al molo 23, un qualunque molo di una qualunque città sul mare . Alcune vite  raccontano anche nelle loro miserie una storia che vede tutti protagonisti e sfondo, dove l’eroe è l’occhio che osserva. Parla di gente, di quanto la realtà umana di ciascuno sia evidente dai suoi piccoli gesti.

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Intervista a Red Canzian

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Musica e vini: le due passioni del “Rosso”.

Grandissimo artista, produttore, musicista e volto iconico della musica italiana: Red Canzian prosegue la sua vita da solista associando alla musica una nuova passione, i vini.

Alla scorsa edizione di Vinitaly Red Canzian ha infatti presentato la sua produzione di vini, in collaborazione con i fratelli Sutto. A voi un’intervista a tu per tu con il “Rosso”.

Red Canzian
Red Canzian

Red, come nasce la tua passione per i vini?

Nasce per caso qualche anno fa. Il vino ha sempre fatto parte della mia cultura essendo veneto ovviamente. Il vino mi ha sempre affascinato, fin da bambino, quando accompagnavo mio padre ad acquistarlo, sfuso, in un “canevon“ vicino a casa; mi piaceva l’atmosfera di quel posto e quel profumo di uva e vendemmia, mescolato all’umidità dell’aria, dove la poca luce definiva appena il profilo delle grandi botti di legno.

Che cosa rappresenta per te un buon bicchiere di vino?

Il vino è cultura, è poesia, è musica. Forse è questa la ragione per la quale mi sono avvicinato al mondo enologico. Inoltre è amore: questa passione è stata condivisa infatti con mia moglie. Insieme abbiamo iniziato un percorso di ricerca nelle cantine dei produttori locali e non solo. Abbiamo degustato e imparato la coltivazione dell’uva, le tecniche di lavorazione, la vendemmia e così via. E’ stato un percorso magico ed emozionante.

Però la passione vinicola ha preso un taglio imprenditoriale!

Si, piano piano mi è venuta la voglia di provare a selezionare un “mio“ vino, qualcosa che avesse le caratteristiche che più amavo e magari, con una “nota“ tutta mia.

Lo volevo dal carattere forte ma non troppo “difficile“: un vino armonico, come la buona musica, quella che avvolge l’anima e arriva al cuore di tutti. Esattamente come le mie canzoni.

Com’è nata la collaborazione con i fratelli Sutto con i quali avete presentato i vini all’ultimaedizione di Vinitaly?

Con i fratelli Sutto abbiamo saputo intrecciare le nostre esperienze: la loro sensibilità agricola con la mia passione per tutto ciò che è “armonico“, come dovrebbero essere la vita, l’amicizia e il vino. Per arrivare a questi risultati serve impegno e amore, e in questo, noi tutti, non ci siamo risparmiati.

Rosso Positivo è un rosso sincero, morbido come il velluto e al tempo stesso deciso come quei “campi di pietre“ dai quali proviene. Merlot e Cabernet, insieme, in un taglio bordolese dal colore intenso e granato… un rosso caldo, e quindi positivo! E’ un vino da bere stringendo la mano ad un amico, guardando negli occhi chi avremo davanti, nell’abbraccio di in un’ unica emozione… quella della condivisione! Voce invece è un Pinot Grigio delle Venezie, che tra le sue persistenti note minerali ci invita a riconoscere anche la fragranza della nocciola, del glicine e delle erbe di campo. Ho immaginato questo vino come un canto di gioia…e il suo nome è arrivato naturalmente, perché solo la voce rende possibile il canto. Per tutta la vita ho vissuto della mia voce, delle emozioni che ho trasmesso e soprattutto di quelle che ho ricevuto e, chiamandolo così, mi sembrava di onorare il prezioso dono che Dio mi ha dato. L’ultimo vino invece si chiama Mille Bolle Gialle ed è un vino allegro, facile, festaiolo, lucente ed elegante, da bere in ogni circostanza. E’ un Prosecco extra dry che esprime un invito alla gioia, quale unica e saggia interpretazione da dare alla nostra vita. Mi sono ispirato alla famosa canzone che Mina presentò a Sanremo nel 1961… e così, pur abbandonando il blu, le bolle sono rimaste ed è nato il “Mille bolle gialle”.

C’è anche una curiosità sulle etichette, vero?

Si, sonon etichette artistiche ed evocative, realizzate da Flora Sala, che per 30 anni ha curato le copertine degli album dei Pooh.

Red Canzian
Red Canzian

Parlando di spettacolo invece ti vedremo ancora in tv?

Sto valutando alcune proposte. Ora o mai più è stata una bellissima esperienza. Non voglio abusare della mia presenza in video, tenuto conto che ho in programma una tournée con ben 30 date.

Oltre ai vini che cosa sta bollendo in pentola?

Sto completando un’opera rock ambientata nel 1750 a Venezia. Spero di presentarla presto e sicuramente festeggeremo la “prima” brindando con i vini.

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Lisa SaySex: la youtuber che parla di educazione alla sessualità

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Lisa, una delle Youtuber che negli ultimi mesi sta spopolando sul web, pubblica ogni settimana i suoi vlog sui temi più hot del sesso, senza timori o vergogna.

Irriverente, dinamica, priva di filtri, laureata in psicologia dell’educazione e dello sviluppo, Lisa sta conquistando la simpatia e le visualizzazioni dei webnauti italiani.

E’ una di talent di punta di Greater Fool Media uno dei tre maggiori network YouTube italiani.

Lisa come ti presenteresti ai nostri lettori?

Ciao a tutti, ben tornati qui su SeySex, io sono Lisa e oggi parliamo di… Me.
Scherzi a parte, sono una ragazza semplice e riservata; provengo da un piccolo paesino in provincia di Udine. Sono friulana fino al midollo, amo la mia terra e i suoi abitanti, che da fuori possono sembrare chiusi e brontoloni… però in realtà se li conosci bene sono persone con un grande cuore, con una grande dedizione al lavoro e che amano le cose semplici.  Sono passionale in tutte le cose che faccio, altrimenti, semplicemente, non le faccio.
Do sempre una mano quando posso farlo, ma non rinuncio mai ai momenti per me. Il mio mantra è amare sé stessi prima di tutto. 

Quando e perché nasce il tuo canale youtube?

Il mio canale nasce nel 2016, (anche se la passione per la sessualità umana è nata tanto tempo prima) con la voglia di aiutare i ragazzi e le ragazze più giovani, su un tema che crea disagio sia nel fare le domande, sia nell’avere le risposte. Sono convinta che riuscire a parlarne, butti giù quel muro di ghiaccio che per secoli ci è stato costruito davanti, e che questo ci aiuti ad avere una sessualità più sana e con meno complessi e disagi.

Il tema principale del tuo canale è l’educazione alla sessualitá e all’affettività. Ci spieghi quali problemi affronti?

La sessualità non è solamente sesso inteso come rapporto sessuale. Quando parliamo di sessualità intendiamo corpo e mente: fisiologia, anatomia, psicologia, credo religioso e morale, livello di cultura e di come e dove siamo cresciuti. Il sesso è un aspetto molto forte della vita degli esseri umani, e quindi comprende tanti temi e tanti aspetti di essa. 

Aiuti anche le giovani donne a rapportarsi con il proprio corpo. È qualcosa che ancora oggi è difficile da affrontare. Cosa ti dicono le ragazze che ti seguono e che in modo si sentono supportate? 

In realtà penso, che se da un lato la sessualità femminile ha ancora difficoltà ad emergere, dall’altra ha molti più canali di informazione rispetto alla sessualità maschile. Ci sono tante divulgatrici (e anche divulgatori) che parlano di cosa vogliono le donne, di come raggiungere l’orgasmo, di come non sentirsi in colpa per i partner sessuali, ecc… le fanno sentire bene, insomma. Cose che io stessa condivido e cerco di portare a gran voce sui miei social. Purtroppo sono in pochi che parlano di sessualità maschile. Io cerco di parlare ad entrambi i sessi, seppur con i miei limiti, e credo che sia per questo che il mio pubblico è piuttosto omogeneo.

Ampio spazio viene dato ai film e alle serie che affrontano la sessualità. Quale è l’ultimo film o serie che ti è piaciuta e che consigli?

Una delle ultime serie che ho visto su questo tema, e che consiglio vivamente a tutti, è Ed Sex su Netflix. Un prodotto brillante, che sviscera tanti temi importanti e adatti ad un pubblico giovane, ma è adatto anche ad un pubblico adulto che pensa di non aver più nulla da imparare.
Invece, una serie TV che rimarrà per sempre nel mio cuore, e che in qualche modo ha contribuito a farmi amare la sessualità in ogni sua sfaccettatura, è Sex and the City. E’ una serie pionieristica nel suo genere. In ogni puntata si parla di temi che prima non si osava nemmeno nominare per sbaglio. Il fatto che a farlo siano quattro donne, così diverse fra loro, è qualcosa che rende il tutto perfetto! Dà un bello schiaffo in faccia a tutti quelli che pensano che noi donne non parliamo di sesso tra amiche o che non abbiamo pulsioni e desideri esattamente come li hanno gli uomini.

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Imprenditoria sul web: intervista a Mik Cosentino

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Quando si parla di imprenditoria sul web è impossibile non pensare a Mik Cosentino.

Ex nuotatore professionista con un passato tra la nazionale italiana e i giochi olimpici sfiorati, oggi divenuto milionario proprio grazie alla sua capacità di guadagnare tramite la rete. 

Si deve a lui il neologismo di “infoimprenditore”: una figura capace di sfruttare al massimo i meccanismi dell’Internet marketing per digitalizzare e automatizzare un business online fino al 90%, perseguendo lo scopo di garantirsi un profitto ricorrente in maniera automatico, diminuendo al contempo in maniera sensibile le ore di lavoro attivo. 

Mik è un imprenditore della Rete, in libreria con un nuovo libro edito da Mondadori in cui spiega tutte le potenzialità dell’«infobusiness».

Sei tra i fautori del lavoro legato al web: come nasce la tua storia?

La mia storia nasce in seguito ad un infortunio, che ha posto la parola fine alla mia carriera da nuotatore professionista.

L’attività agonistica mi ha dato soddisfazioni impagabili, penso alle vittorie nei campionati italiani, le presenze in nazionale e una qualificazione alle Olimpiadi sfumata per un solo decimo di secondo, ma soprattutto mi ha reso ciò che sono oggi: combattivo e competitivo fino al midollo, determinato ad essere la miglior versione possibile di me stesso un giorno dopo l’altro.

Le spese di tutti i giorni mi hanno costretto a reinventarmi, così ho studiato giorno e notte, intravedendo alla fine di quel percorso la possibilità concreta di guadagnare attraverso internet.

Ho sviscerato in maniera maniacale l’infobusiness, cioè l’individuazione di un problema e la creazione della sua soluzione attraverso strategie digitali.

Esistono degli step ben precisi per sfruttare la propria competenza o talento per trasformarla in una fonte automatica di guadagno, e sono quelli che spiego dettagliatamente all’interno dei miei corsi.

Questo mi ha portato alla creazione di Infomarketing X, un innovativo progetto di formazione sul quale sto investendo centinaia di migliaia di euro; voglio poter seguire i miei clienti in maniera esclusiva, mettendo a loro disposizione tutti gli strumenti che hanno aiutato me a rendere le mie passioni un lavoro molto redditizio.    

Dalla mia esperienza è nato anche un libro, oggi best-seller, che è “La bibbia dell’infobusiness”, edito da Mondadori.

La strada del web non è sempre scorrevole ma è anche ricca di insidie e imprevisti. Ti sono mai capitati e come li hai risolti nel caso?

Studiando e investendo.

Mi sono ispirato a chi aveva già affrontato e risolto quegli stessi problemi prima di me e ho investito i soldi che ho generato acquistando informazioni di valore fondamentali per superare le avversità incontrate.

Associare il guadagno online ad un percorso semplice è una banalizzazione assoluta e molto rischiosa, perché lontana dalla realtà.

Il vero paradosso è che realizzare sul web l’equivalente di uno stipendio medio italiano, mettiamo 2000 euro al mese, è veramente facile; ma prima che lo diventi bisogna acquisire maestria e competenze consapevoli.

Il lavoro sul web è senza dubbio tra i più ambiti ma, di certo, non per tutti. C’è un segreto per poter arrivare al successo?

Se il lavoro sul web non è per tutti, e sulla carta lo sarebbe, dipende da una sola ragione: quante persone sono disposte ad avere un’attitudine orientata al sacrificio e al miglioramento costante di sé stessi?

Alla base del successo, sia online che a offline, c’è la volontà ferrea di evolversi in positivo sul piano fisico, mentale, di competenze.

Guadagnare con internet non è da tutti perché queste caratteristiche non sono da tutti.

Nel prendere coscienza di come sia necessario migliorarsi, ogni singolo giorno, si dimostra a mio avviso la più alta forma di intelligenza possibile.

Cosa pensi dei giovani che ambiscono a fare gli influencer?

Penso che sia un’ambizione sbagliata e in fondo anche un po’ superficiale, se interpretiamo il termine “influencer” come colui che esibisce sui social network contenuti il più delle volte mediocri e poveri di sostanza.

Gli aspiranti influencer di oggi sono emuli di Chiara Ferragni e Mariano Di Vaio, due modelli assolutamente non replicabili e che costituiscono l’eccezione, mai la norma.

Tutti quelli che seguono, anche quando hanno numeri importanti, sono la scrematura elitaria di decine di milioni di persone che ci provano.

La percentuale di successo è infinitesimale.

Se per influencer intendiamo invece categorie di persone che lavorano per una nicchia di persone, abbiamo trovato la chiave di volta.

A modo mio anch’io lo sono; non un influencer globale, di quelli del mass market per intenderci, ma piuttosto del mio settore.

Sono in grado cioè di persuadere e influenzare a fin di bene i processi decisionali del mio pubblico specifico.

Lo sono, però, perché ho un prodotto di valore da presentare.

La differenza è tutta qua.

Prima di poter anche solo aspirare ad influenzare chicchessia, dobbiamo essere sicuri di aver intrapreso un certo tipo di percorso fatto di miglioramenti costanti e duro lavoro che ci garantisca un valore aggiunto col quale poi agire sugli altri.

Web e blogging: può essere una strada fruttifera a livello economico?

Dipende, sicuramente non più come un tempo.

Un sito classico non è più spendibile sul mercato, perché i social network hanno rivoluzionato il panorama e mutato in profondità il modo in cui intendiamo la rete.

Fino a pochi anni fa il seo e la ricerca organica apparivano come strumenti futuristici, oggi vince chi riesce ad investire più soldi in maniera intelligente.

Non per fare brand awareness, dunque, ma per innescare un circolo virtuoso i cui beneficiari siamo tanto noi quanto il pubblico a cui ci rivolgiamo.

Fare blogging oggi è anacronistico oltre che complesso, a meno che non si riesca ad intercettare le esigenze di una nicchia ben precisa e dare un taglio diverso alle notizie.

E soprattutto bisogna fare i conti con la velocità che anima il web.

Per incuriosire il lettore si hanno 4 secondi, esattamente come per le trattative telefoniche: se nei primi istanti non riusciamo a catturare la sua attenzione, è quasi matematico che esca fuori dalla pagina e forse non ci farà più ritorno.

L’obiettivo dev’essere quello di usare il web e il blogging soltanto dopo aver pianificato in maniera chiara cosa vogliamo vendere e a quali clienti.

In caso contrario non c’è una singola chance che questo possa funzionare sul piano economico.

Hai fatto tanta strada e tanta gavetta: se ti guardassi indietro c’è qualcosa che rifaresti? O qualcosa che non hai fatto?

Rifarei tutto esattamente nella stessa maniera, sono fiero del mio cammino e dei bellissimi successi a cui mi ha condotto.

Il più grande rimpianto, in quanto a cose non fatte, rimane senza dubbio la partecipazione olimpica.

Un decimo di secondo mi ha impedito di accedervi, ma anche quest’esperienza ha contribuito a forgiare la personalità che oggi mi consente di ottenere certi risultati.

Cosa consiglieresti a Lifestyleblog.it per “crescere”?

Consiglierei di applicare tutto quanto detto finora.

Studiare, avere ben chiari gli obiettivi, migliorarsi, sperimentare, innovare con coraggio e adottare un metodo.

I risultati sono sempre la conseguenza di un lavoro quotidiano e che prima di tutto va applicato a sé stessi, così che il prodotto che offriamo sia il riflesso di ciò che siamo dentro.

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Intervista a Tony Hadley: il nuovo album Talking to the moon

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Tony Hadley ha presentato il suo nuovo album Talking to the moon al centro commerciale Bariblu di Triggiano (BA).

Un progetto musicale che segna il nuovo capitolo nella sua carriera.

L’album è stato co-scritto da Tony, con una serie di altri cantautori di talento. Tonight Belongs To Us How I Feel About Yousono stati entrambi scritti da Toby Gad (tra gli altri, All Of Me di John LegendIf I Were A Boydi Beyonce). Peter Cox Richard Drummie di Go West hanno contribuito a Skin Deep. Altre collaborazioni comprendono l’operistico Killer Blow, scritto con Blair Mackichan What Am I– un brano profondamente personale sull’abbandono degli Spandau Ballet – scritto a due mani con Mick Lister.

Al timone di produzione Gary StevensonMick Lister. L’album è stato registrato tra Banbury, Aylesbury Vale e Carmarthenshire negli ultimi due anni.

Tony sei tornato a dare forma e vita alla musica, chiacchierando con la Luna. Come è nato questo tuo ultimo album=

E’stata una grande esperienza, una fantastica esperienza. 

Ci ho messo tempo per questo album, volevo che risultato fosse consono alle mie aspettative, che mi piacesse e spero piaccia a voi. 

Puoi raccontarci la tua come autore di questo album?

Amo scrivere, mi piace scrivere musica e sto gia pensando a scrivere qualcosa di nuovo. Ho trovato collaboratori fantastici, band compresa.

Hai girato tutto il mondo, quale il posto in cui torneresti volentieri, esclusa l’Italia?

Mi piacciono tutti i posti Italia particolarmente bella. Bella gente, emozionante, capace di fermarmi e dire “tony tony”. Si mangia bene, buono il vino. 

Viaggio in tutto il mondo. M piace ogni posto in cui vado, capace di regalare emozioni diverse.

Anche la Germania mi piace, Anche in Germania sono entusiasti anche se in modo differenti. 

A Bari hai collaborato con Caparezza per Goodbye Malinconia. Come è nata quella collaborazione?

La collaborazione iniziata tramite casa discografica, si sono incontrati. Caparezza voleva qualcuno con voce e sound anni ’80. Collaborazione fantastica,  è un grande e fantastico artista.  Abita tra l’altro qua vicino.  E’stato bello lavorare con lui.

Il tuo album chiude con la traccia What Am I? Hai trovato una risposta?

Siamo sempre alla ricerca di una via. Una ragione per cui arriva Talking To the moon perché cerchiamo le stelle, la luna.

Si cercano sempre più risposte c’è dio?cosa c’è dietro l’universo? dove siamo? Dammi un album… quel tipo di cose.

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Giorgio Tirabassi al cinema con Il grande Salto: dal 13 giugno 2019

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Il grande salto al cinema dal 13 giugno 2019. Giorgio Tirabassi protagonista del film racconta a Lifestyleblog.it il suo debutto da regista.

Ascolta il podcast dell’intervista

E’ “un grande salto” anche per te che debutti dietro la macchina da presa. Come nasce l’idea del film e come è stato passare dall’altra parte?

Il passaggio è stato abbastanza naturale. Da tanto tempo faccio l’attore, ho lavorato con vari registi, ho avuto modo di vedere le varie tecniche e imparare il minimo della grammatica del linguaggio cinematografico. Avevo già fatto qualcosa, anni fa, un cortometraggio: è stato il vero banco di prova “Non dire gatto”. È andato bene e ha vinto premi. È stato un miracolo e una bellissima esperienza. 

La voglia di fare un film con Ricky (Memphis, ndr), risale fin dai tempi de L’ultimo capodanno. Abbiamo lavorato molto insieme, soprattutto nella serie tv Distretto di polizia: sei anni gomito a gomito sviluppando un’intesa quasi preoccupante. Alla fine c’era l’idea che é nata a teatro, dove recitavo le storie di questi due rapinatori, Nello e Rufetto.

Storie scritte da Daniele Costantini che ha collaborato con me. Abbiamo coinvolto Mattia Torre con il quale avevo collaborato. Siamo un gruppo che ha lavorato bene insieme.

E’stato tutto abbastanza naturale, volevo fare da tempo la regia di un lungometraggio. Non è stata una passeggiata perché ho avuto varie vicissitudini, questo film doveva essere fatto anni fa, ma poi saltato e risaltato per diversi motivi. Alla fine ho trovato due  produttori, Alessandro Carpigo e Bruno Frustaci che hanno creduto in questa sceneggiatura, mi hanno aiutato e mi hanno dato modo di realizzare film come volevo io senza pressioni. Poi per fortuna è uscita fuori Medusa che sta credendo nel film e lo distribuire.

Meglio tardi che mai…

Assolutamente, faccio un altro lavoro e questo della regia era un capriccio. Ma un capriccio a cui tengo molto perché il ruolo del regista nel cinema è quello più bello e che dà più soddisfazioni. Era una cosa che volevo fare da tempo, con degli attori sicuri e garantiti. Ho chiesto e mi hanno aiutato amici attori di vecchia conoscenza come Giallini, Mastandrea, Lillo. Hanno aiutato me e il film con delle partecipazioni più che amichevoli e li ringrazio tanto. 

Come già hai menzionato, sei protagonista insieme a Ricky Memphis. Questa volta, però in una veste inedita, avendovi sempre ammirati nel ruolo di poliziotti. E adesso, da rapinatori…

Due “disgraziati”. Il fatto che siano due rapinatori perché e un mestiere più cinematografico ma potrebbe succedere a chi cerca una svolta a fatica. Il grande salto lo cerchiamo tutti. E loro, nel loro ambito, cercano di fare il salto dal sottobosco alla serie a della criminalità attraverso un boss del quartiere interpretato da salvatore striano che gli offre un incarico apparentemente molto semplice. Ma poi ci si mette il destino a complicare tutto. Ricky, che interpreta Nello nel film, mi convince che non è tutto un caso sugli intoppi. Vede i documentari sul destino, sui Maya ed è suggestionato. Cerca di farmi ragionare su questo, ma io gli dico che il destino viene fatto con le proprie mani. All’ennesimo intoppo mi convince e dice “non è possibile”. Cercheremo perciò un’alternativa che non svelo… e che dà la svolta, il grande salto a questi due personaggi. Nel cast ci sono anche Gianfelice Imparato e Tiziana Cruciani, miei suoceri nonché i genitori di Roberta Mattei che ricopre il ruolo della mia giovane moglie, una donna che si è innamorata di questo mascalzone buono. Questa è la mia sfera familiare mentre Ricky non ha nessuno. Uno che vive in una specie di cantina che si mette un po a posto ma è un tugurio. Ogni volta che cerca di portare una donna, scappano via terrorizzate. 

Tre buoni motivi per vedere “Il grande salto” al cinema…

Per chi è affezionato alla coppia Tirabassi – Memphis, è il primo appuntamento dopo tantissimi anni che non lavoravamo insieme.

Secondo motivo è che è una commedia pensata e influenzata dal vecchio cinema storico italiano: la commedia all’italiana nobile.

Terzo perché fa caldo e l’aria condizionata è una mano santa. 

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Pitti Bimbo: l’intervista a Filippo Laterza

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Al Pitti Bimbo il nostro inviato Miky Falcicchio ha incontrato Filippo Laterza, giovane promessa del design.

Original Marines ha infatti deciso di lanciare, per il prossimo autunno, una capsule collection dedicata a Barbie che sarà curata proprio da Laterza.

Di questo e altro ne ha parlato nell’intervista rilasciata a Lifestyleblog.it

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La musica al cinema: intervista a Lele Marchitelli

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Compositore, produttore musicale e autore di colonne sonore da brivido per il cinema e la tv, Lele Marchitelli è uno dei nomi di maggior spicco della musica italiana. 

Protagonista della tv degli anni ’90, soprattutto di programmi cult come “Avanzi”, “Pippo Chennedy Show”, “L’Ottavo nano”, dove ospitò per la prima volta nella tv italiana i Nirvana ed Elvis Costello, Marchitelli si dedica poi al cinema firmando le colonne sonore di capolavori come “La grande bellezza”. Prima di lavorare con Sorrentino ha collaborato con tanti registi, tra cui Riccardo Milani (“Piano solo”) e Carlo Verdone (“Sono pazzo di Iris Blond” e “Ma che colpa abbiamo noi”).

E quando gli chiediamo del ruolo della musica nei film ci tiene a precisare: «è dal regista che parte tutto, la colonna sonora nasce dalla sua idea, solo lui sa cosa vuol comunicare con quel film. Io cerco di tradurre aggettivi, frasi e obiettivi  con la speranza di dire qualcosa in più con la musica”.  

Come è iniziato il suo viaggio professionale?

Ho cominciato facendo molta pubblicità negli anni 80, poi è arrivata la televisione con la Tv delle ragazze, tre stagioni di Avanzi, Tunnel, Pippo Chennedy e l’Ottavo Nano. Contestualmente ho cominciato a fare cinema lavorando al primo film di Giuseppe Piccioni e di Domenico Procacci; ci diverte ricordarlo quando ci incontriamo. Una carriera che intreccia cinema e tv, film d’autore e satira, sperimentazione e attenzione al panorama “off” della musica italiana che grazie a lei ha trovato spazio in tv presentandosi al grande pubblico. È il caso degli Alma Megretta, 99 Posse, Sud Sound System. 

Oggi quali sono, oltre ai Reality, le vetrine per far emergere i talenti?

Con Avanzi avevo uno spazio dove in ogni puntata invitavamo i musicisti contemporanei più interessanti dandogli una grandissima visibilità, ospiti italiani e non, gruppi indipendenti.. Credo che suonare nei locali sia la vera gavetta. Ce ne sono tanti sconosciuti ai più e ritengo sia quello che funzioni perché gli “addetti ai lavori” girano ancora nei club. E poi c’è soprattutto il web, catalizzatore di visibilità, che in pochi minuti può farti conoscere in tutto il mondo. 

Come nasce una colonna sonora? E’ questione di ispirazione?

No, l’ispirazione non esiste. Esiste il lavoro. Ti metti lì e scrivi musica, pensando, cestinando e ricominciando daccapo. Ovviamente dopo aver parlato con il regista, colto l’obiettivo e la visione che ha del film e che solo lui conosce. 

Prossimi progetti professionali?

Ho appena finito il documentario “#AnneFrank. Vite parallele”un evento cinematografico prodotto da 3D Produzioni e NexoDigital che uscirà nelle sale a novembre e poi girerà sulle piattaforme di tutto il mondo. Mia la colonna sonora, del premio Oscar Helen Mirren il volto e la voce narrante. Sempre in autunno, la nuova serie firmata da Sorrentino, “The New Pope”.

Parliamo di musica italiana e giovani artisti. Mi faccia qualche nome. Chi le piace? Chi farà strada?

Motta, mi piace lui, persona intelligente, e mi piace la sua musica. E Mahmood, che a Sanremo era l’unico con un progetto musicale sicuramente interessante. 

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Bianca Guaccero a Il Libro Possibile: la video intervista

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Bianca Guaccero torna in Puglia per presentare qualcosa che le sta molto a cuore.

Al Festival Il Libro possibile di Polignano a Mare, la conduttrice di Detto Fatto ha presentato il suo ultimo libro, Il tuo cuore è come il mare. Lettera a mia figlia Alice sulla vita e sulle favole e «su come nasce una perla» (Rai Libri).

“Torno sempre nella mia Puglia, d’estate non riesco a non esserci. Mare sole e per ritrovare gli amici di sempre. Considerato che tutti vengono qui, io torno a casa e gioco in casa. Vengo qui con uno scopo importante, ovvero partecipare a questo Festival che è importante a livello nazionale. Sono onorata di essere a Il Libro Possibile”.

E sulla sua esperienza, la Guaccero racconta:

Non mi sento scrittrice ma un umile essere umano che ha cercato, con la scrittura, come fosse forma d’arte, di raccontare nella maniera più onesta possibile uno stralcio di vita a mia figlia che mi ha dato il coraggio di affrontare cose meno facili. Nasco come attrice ma una persona che fa il mio mestiere ha sempre la mission di lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Io l’ho fatto senza maschere, quando recito c’è un personaggio che mi protegge. In questo caso ero io e ho lanciato il cuore ben oltre gli ostacoli con cui avevo a che fare. È stato un bellissimo modo per amare. Mostrarsi è una forma d’amore verso chi ti segue e vuol bene. Grazie a questo libro molte ragazze mi hanno ringraziata, soprattutto quelle che hanno vissuto momenti particolari e per me è stato un grande riconoscimento.

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Alessandro Di Battista a Il Libro Possibile

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Giornata di incontri a Il Libro Possibile chiusa da uno dei personaggi simbolo del Movimento 5 Stelle, partito che anche grazie ai suoi consigli ha ottenuto un exploit alle elezioni del 2018: l’ex deputato Alessandro Di Battista.

Il carismatico pentastellato presenta per la prima volta in Puglia Politicamente scorretto, insieme al direttore del quotidiano ‘Il Tempo’, Franco Bechis.

La video intervista completa

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Carlo Freccero: “Non posso dire se riuscirò a cambiare Rai2”

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A Polignano a Mare, nell’ambito del Festival Il Libro Possibile, è intervenuto il direttore di Rai2 Carlo Freccero.

Qui ha presentato il suo libro Fata e strega. Un’opera in cui lo stesso Freccero racconta l’evoluzione del rapporto tra comunicazione pubblica, cultura e società. Un saggio che analizza i contenuti di un medium tanto amato quanto maledetto dal pubblico: il palinsesto televisivo, dal successo degli sceneggiati all’invasione dei reality show. 

Nel corso dell’ intervista rilasciata a margine dell’evento, non poteva mancare un focus sullo stato della tv attuale.

C’è una situazione complicatissima con la tv della reality e quello che è internet. La tv che sarà consumata non più on air ma online, come consumiamo internet. Siamo in un altro scenario. C’è di tutto e, naturalmente, per ogni tipo di pubblico.

In un’intervista rilasciata a Panorama ha dichiarato: “Torno in Rai per un anno, la cambio e vado via”. La sta cambiando?

Lo sapremo il 28 novembre, se va in porto tutto quello promesso. La risposta è come agli esami: si ha il giorno finale quando, si consegna il compito o la tesi. In quel giorno sapremo se è cambiata o no. Oppure se sono stato assorbito dalla tv.

Come ogni rivoluzione c’è sempre qualche malcontento…

È normale anzi io credo sia normalissimo ci sia malcontento e delle critiche, è tutto giustificato. Appartiene al lavoro, bisogna accettarle e verificare se sono corrette oppure no.

Se sono corrette bisogna accettarle, anzi in qualche modo somatizzarle. È importante questo fatto.

Martedì saranno presentati a Milano i palinsesti Rai 2019/2020. Ci sarà qualche novità particolare?

Le sapremo martedì. Come anticipato prima, non posso dire se riuscirò a cambiare Rai2.

Martedì capiremo già qualcosa di cosa sarà questo autunno, capiremo se c’è in questi palinsesti un’idea di cambiamento oppure no.

E capiremo soprattutto se è indicata una linea che potrà proseguire anche nei prossimi anni. Credo che il lavoro da fare è in prospettiva proiettato verso il futuro.

Tra gli annunci fatti c’è l’arrivo di Fabio Fazio. Che Fazio sarà?

Molto motivato, ma non ci sarà solo lui ma ci saranno, citando uno slogan di una fosa radio “in una sola rete ci saranno tutte le voci e le visioni di tutti quanti noi”.

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Enrico Mentana a Il Libro Possibile

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Enrico Mentana a Il Libro Possibile di Polignano a Mare per la serata conclusiva della rassegna 2019.

Presente all’incontro dal titolo ‘Il passo dell’umanità’, ispirato allo sbarco sulla Luna avvenuto 50 anni fa. In evento che ha cambiato per sempre la percezione dei limiti geografici dell’uomo. Tema di cui si è discusso in piazza Moro con il vice presidente esecutivo e ceo del Gruppo Pirelli, Marco Tronchetti Provera, e con il direttore del TgLa7, Enrico Mentana.

Quale il passo necessario per questo paese?

Dare un futuro, quello che manca al paese è l’idea di futuro. Le forze politiche hanno smesso di indicare un futuro e qualcosa per cui lottare o contro cui lottare. Prevalgono le forze che garantiscono un’idea di presente. Quando non hai un’idea di futuro hai delle pulsioni del presente che sono di sicurezza, tutela tutto quello che ora è rappresentato dalla Lega in questo momento

Si è arreso all’idea che la carta stampata cessi di esistere o mantiene una speranza?

Non mi devo arrendere, è l’evoluzione come la bicicletta rispetto all’automobile. L’evoluzione fa si che si passi dalla carta stampata a qualcosa di diverso. sarebbe anacronistico pensare che un giovane degli anni 2020 al mattino si alzi ed esca di casa e paghi per leggere notizie del giorno prima. Noi lo abbiamo fatto in passato.

Ultima domanda da tifoso: ha perdonato il peccato di juventinità di Conte?

Ci mancherebbe. L’Inter ha ricominciato a vincere con Ibrahimovic che veniva alla Juventus. Il tifo è fatto di spirito un po’ bestiale e anche raziocinio. Cerco di essere cosi, non posso fare il giornalista e poi l’ultrà

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Oscar Farinetti a Il Libro Possibile

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Tra gli ospiti del Festival Il Libro Possibile anche un protagonista dell’imprenditoria italiana, che ha presenziato all’evento in veste di scrittore: Oscar Farinetti con Breve storia dei sentimenti umani (La nave di Teseo).

Un dialogo tra sognatore e cinico nel suo libro. Chi dei due è Farinetti?

Spero di essere un sognatore, ci tengo a esserlo. Ho scritto un libro per esserlo. Saranno i lettori a giudicare. un libro dove in 250 pagine dove i protagonisti si prendono a botte con visioni differenti del mondo. Ma c’è stima tra i due.

Il sogno all’epoca fu portare gastronomia italiana eccellenza all’estero. Quale sarà il futuro di Eataly?

Il futuro di Eataly sarà aprire altri 100 Eataly in altre 100 capitali del mondo. Il cibo italiano riscuote successo di domanda enorme, esagerato. Forse più grande di quello che meritiamo. E’ arrivato il momento di sfruttarlo bene. Siamo presenti in 15 paesi, i paesi sono 198… prima o poi dobbiamo andare ovunque.

Imprenditoria e governo: cosa si sta facendo e dove migliorare?

Non vedo nulla di proattivo verso la voglia di intraprendere e scarsa presa di coscienza delle grandi eccellenze italiane. Ci vorrebbe più impegno, sapienza, studio. Ma non è un problema, noi imprenditori ce la facciamo. ne conosco di più bravi di me. Abbiamo chance straordinarie.

Flat tax può servire per rilanciare le imprese=

No. bisogna Diminuire le tasse, diminuire costo del lavoro per dare più soldi ai lavoratori e del cuneo fiscale. Bisogna diminuire le tasse alle imprese che aumentano le esportazioni. Bisogna puntare sulle vocazioni italiane

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Intervista a Andrea Preti

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E’ uscito lo scorso 18 luglio Di tutti i colori, una divertente commedia di Max Nardari con Andrea Preti, Giancarlo Giannini, Alessandro Borghi, Nino Frassica, Tosca d’Aquino e Paolo Conticini.

Giorgio, interpretato da Andrea Preti, è un giovane ambizioso in eterna lotta con il padre: a causa delle bugie perde il lavoro ed è costretto a fingersi gay per entrare in una casa di moda. Ma anche qui, le sue bugie avranno le gambe corte… 

Abbiamo incontrato Andrea, in un’intervista esclusiva per Lifestyleblog. 

Andrea, da giovedì scorso il film è uscito nelle sale italiane: che cosa ti aspetti da questo film? 

Generalmente non amo avere aspettative: lascio che sia il pubblico a decidere. Il mio invito è quello di andare a vedere questo film e condividere il messaggio sociale che stiamo diffondendo. Quindi, andate al cinema!

Andrea Preti con Giancarlo Giannini

Che cosa significa avere lavorato con un “mostro sacro” del cinema come Giancarlo Giannini? 

E’ stato un grande onore e una grande opportunità per imparare. Giancarlo è una persona intelligente, umile, paziente. E’ stato come un padre sia sul set dove interpreta il ruolo di mio padre, sia fuori dal set. Mi ha dato tanti consigli: ora capisco ancora di più il motivo della sua lunga carriera. 

L’uscita di questa pellicola coincide con un periodo in cui si parla molto di omossessualità e tra l’altro proprio questa’anno ricorrono i 50 anni del Gay Pride: che cosa pensi a riguardo?

Sicuramente è un grande passo in avanti ma la strada per una evoluzione culturale sul tema dell’omossessualità è ancora lunga e tortuosa. L’accettazione di una diversità è un atto di intelligenza sociale e di democrazia. Credo che ci sia bisogno di gesti importanti, fatti soprattutto da chi è etero: nel mio caso, ad esempio, ho scelto di interpretare questo ruolo per aiutare le persone a riflettere su quanto sia assurdo parlare di “diversità”.

E’ questo il tuo messaggio nel film? 

Anche: innanzitutto,mai dire bugie! Hanno sempre le gambe corte! Scherzi a parte, nel film mi fingo gay per lavoro e da qui inizia una serie di situazioni tragicomiche! Ho voluto condividere un messaggio di rispetto e amore libero, il tutto con una nota fresca e allegra, in pieno stile della commedia italiana. 

Cambiamo argomento e parliamo di TV: l’Isola dei Famosi ti ha fatto conoscere al grande pubblico. La rifaresti? 

Certamente, ma con una consapevolezza diversa. Non è stata una grande esperienza, in quanto sono spesso al centro di polemiche e pettegolezzi che non fanno parte della mia vita. Ho scelto questo programma per poter farmi conoscere come persona, prima di tutto. 

C’è un programma che vorresti fare a breve? 

Mi piacerebbe Ballando con le stelle, ma per il momento sono impegnato al cinema e a teatro. In ogni caso, vorrei partecipare ad un programma dove poter emergere come persona, accettando sfide e raggiungendo un obiettivo. 

La tua immagine è sempre stata associata alla figura di un uomo bello e impossibile: come fai a mantenerti in forma? 

Non esageriamo! Mi vedo tanti difetti! Sicuramente la genetica mi ha aiutato: poi alimentazione sana e attività fisica. Sono molto disciplinato su questo. Sull’Isola ho perso in poco tempo oltre 15 kg e questo è stato un duro colpo per me! Ci tengo all’aspetto fisico ma non ne sono ossessionato. 

A che cosa stai lavorando? 

Prossimamente sarò ancora al cinema con una commedia di Paolo Ruffini, un progetto che mi vedrà anche come regista. 

Il cinema quindi resta la tua priorità? 

Si: anche in questo momento, mentre stiamo facendo questa intervista, sto scrivendo. E’ stata la mia prima passione. Forsi in pochi sanno che nel 2015 ho vinto il Festival del Cinema di Mosca con la pellicola One more day. Da lì è partita la mia avventura in questo straorinario mondo.

E anche a Mosca la première del film de Di tutti i colori è stata accolta con un fiume di applausi e consensi!

Si, in questo senso la Russia mi ha portato sempre fortuna! E’ stata una grande emozione, una reazione del pubblico davvero sorprendente. 

Dove ti vedrai tra 10 anni? 

Vorrei continuare a lavorare come regista, avere trasformato i miei progetti in realtà ed essere un papà e un marito felice.

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